L'esposizione mette in luce l'indagine di Francesco Cossu attraverso alcune sfaccettature della sua cangiante produzione. Da un lato i Paintings che danno il titolo alla mostra: acrilici graffianti, violenti, diretti, talvolta anche macabri/splatter, costruiti con linee sbattute sul supporto con la pesantezza di un macigno, quasi ad incidervi sopra il loro sensuale fascino. Le loro forme sinuose, le colate di colori pastosi, abbondanti, creano un corto circuito perverso legato all'universo delle pulsioni sessuali, che sono in fondo il fil rouge di tutta la mostra: un continuo ammassarsi di elementi che ci fanno venir voglia di toccare, sentire, provare. Entrano in questo pulviscolo di pulsioni anche i collages, dove le provocazioni sessuali sono portate esplicitamente e volutamente allo stremo mischiandosi alle forme di tutti i giorni. Queste testimonianze materiali di vissuto, questi racconti di vita quotidiana ci tengono incollati di fronte ad essi presi dal desiderio di (ri)scoprire oggetti conosciuti, stralci di memorie presenti e passate.
lunedì 28 febbraio 2011
Francesco Cossu
Lilly
acrilico su mdf
2009
Beach
tecnica mista
2008
Beach II
tecnica mista
2009
Lunedì 7 dicembre 2009
acrilico e vernice su feltro
2009
mercoledì 23 febbraio 2011
Animali estremi estremi rimedi- personale di Mattia Pajè
L'esposizione ci permette di entrare nell'universo istintivo di Mattia Pajè, universo magistralmente enunciato in questo modernissimo bestiario di animali che sembrano quasi usciti da un esperimento scientifico malriuscito: conigli spellati, giganteschi maiali a sei zampe, insetti antropomorfi, tutti rappresentati dinamicamente galleggianti nel vuoto come sotto formalina, come fossimo in un laboratorio in cui l'evoluzione darwiniana ha deviato il suo corso. Una macchina modellatrice di surrealismi, generatrice di creature pregne di una forte inquietudine primordiale, la quale si esprime nell'abbraccio delle forme definite da gesti nervosi e veloci di fusaggine; questa tecnica ci fa vedere i soggetti come squartati, messi a nudo: ne rimane in evidenza solo l'anima, come involucri fetali in cerca di un'identità. L'artista insomma “gioca” al Creatore, gonfiando gli esseri incompleti con sentimenti in via di sviluppo e, allo stesso tempo, numerandoli metodicamente con l'ora in cui l'opera è stata completata, quasi a sancirne ufficialmente la nascita, per dar loro modo di sentirsi liberi di vagare per il mondo.
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